COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA

Spingere il Trentino verso una vera “Edilizia 4.0” avviando nuovi progetti che coinvolgano tutta la filiera dell’edilizia Trentina.

Spingere il Trentino verso una vera “Edilizia 4.0” avviando nuovi progetti che coinvolgano tutta la filiera dell’edilizia Trentina; creare un “Acceleratore Green” presso il Progetto Manifattura perché sia propulsore di innovazione intelligente per il settore delle costruzioni; concludere i progetti già avviati e lanciarne di nuovi, “innovativi e di sistema”: sono queste le nuove traiettorie di sviluppo lungo le quali intende muoversi l’azione del Polo Edilizia 4.0 nel 2021.

Gli obiettivi sono contenuti nel Manifesto approvato dai Soci riuniti in Assemblea oggi, 30 aprile, presso la sede della Federazione della Cooperazione Trentina: Associazione Artigiani Trento, IBE – CNR – Istituto per la Bioeconomia Consiglio Nazionale delle Ricerche, Collegio dei Geometri della Provincia di Trento, Green Building Council Italia, Ordine dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati della Provincia di Trento, Confindustria Trento, Habitech – Distretto Tecnologico Trentino, Federazione della Cooperative Trento, ATE– ANCE Trento, Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Trento, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento.

A enunciare la politica di visione del Polo, il numero uno dell’Associazione Andrea Basso: “Ci assumiamo la responsabilità di definire un progetto del Trentino al 2040 – spiega – tramite l’individuazione di una formula concreta e originale capace di produrre effetti significativi nella nostra realtà territoriale, che deve trovare una identità e una leadership chiara per il futuro: la sostenibilità da sola non può bastare”. Basso parla di una politica di visione fatta di iniziative reali: un Assessment 4.0 degli attori del mercato che possa offrire una fotografia dello stato dell’arte dei player del settore; la compilazione di un Manuale del “costruire bene” che possa divenire per la Provincia autonoma di Trento un punto di riferimento per l’attivazione di incentivi e bonus, o negli appalti; la creazione di un centro di eccellenza e di avanguardia in cui si sviluppano competenze, si offrono servizi, si fa innovazione; l’individuazione di una figura manageriale che possa operare in sinergia con gli organi dell’Associazione.

Sul piano della concretezza si è mossa – con il coordinamento di Habitech e del suo direttore Francesco Gasperi – del resto fino a qui l’Associazione, che nel Manifesto ha voluto anche dare conto dello stato di avanzamento dei progetti avviati nei primi mesi di attività: dal progetto di ricerca Dhomo sul tema del comfort abitativo all’accordo con ITAS e CAF Acli per la gestione degli interventi sul Superbonus 110%, dai piani di mappatura dei laboratori e del patrimonio edilizio ai costituendi gruppi di lavoro a supporto di un accordo di sistema orientato alla crescita economica e alla coesione della comunità trentina, fino al progetto ambizioso di un piano di recupero e valorizzazione del patrimonio immobiliare di seconde case nelle località turistiche del Trentino. 

All’appuntamento hanno preso parte i vertici dei Soci: Marco Segatta, Presidente dell’Associazione Artigiani Trento; Giorgio Matteucci, IBE – CNR – Istituto per la Bioeconomia Consiglio Nazionale delle Ricerche; Stefano Cova, Collegio dei Geometri della Provincia di Trento; Marco Mari, presidente del Green Building Council Italia; Gabriele Cassietti, presidente dell’Ordine dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati della Provincia di Trento; Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento; Marco Giglioli, Presidente di Habitech – Distretto Tecnologico Trentino; Roberto Simoni, Federazione Trentina della Cooperazione; lo stesso Basso per ATE– ANCE Trento (ne è il presidente); l’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Trento; Francesco Misdaris, Vice Presidentedell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento.

Ospiti dell’Assemblea, hanno partecipato ai lavori anche Mario Tonina, Assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione, con funzioni di Vicepresidente, della Provincia autonoma di Trento; Monica Baggia, Assessora con delega in materia di pianificazione territoriale ed edilizia privata del Comune di Trento; Andrea Miniucchi, Assessore alla Qualità del vivere urbano del Comune di Rovereto.

SISTEMI COLLETTIVI DI AUTOCONSUMO DA FONTI RINNOVABILI

SISTEMI COLLETTIVI DI AUTOCONSUMO DA FONTI RINNOVABILI 

il Focus Group organizzato dal GSE in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento

Siamo lieti di segnalare il Focus Group organizzato dal GSE in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento, sui “SISTEMI COLLETTIVI DI AUTOCONSUMO DA FONTI RINNOVABILI”.
La giornata informativa si terrà il prossimo 30 aprile dalle ore 10.00 alle ore 12.00, in modalità webinar e si rivolgerà ad Enti Locali, Amministratori di condominio, Consorzi e Cooperative ONLUS, PMI, ESCO, Professionisti, Sviluppatori e Cittadini.

Per partecipare all’incontro, è necessario iscriversi al seguente link: ISCRIVITI QUI

Assemblea dei Soci del 26 febbraio 2021

Assemblea dei Soci del 26 febbraio 2021 

 i Soci del Polo Edilizia 4.0 si riuniranno in presenza il 26 febbraio per la prima Assemblea del 2021

Vi segnaliamo che i Soci del Polo Edilizia 4.0 si riuniranno in presenza il 26 febbraio a partire dalle 17.00 a Trento per la prima Assemblea del 2021.
L’evento è riservato ai soci e aperto ai giornalisti che si accrediteranno rispondendo a questa email entro le 12.00 del 26 febbraio. All’ordine del giorno, tra le altre cose, l’approvazione del Manifesto 2021, all’interno del quale si offre anche un resoconto dei progetti in corso e si definisce la strategia di sviluppo del Polo.

LA RIPRESA SOSTENIBILE DELL’EDILIZIA

La ripresa sostenibile dell’edilizia

Polo Edilizia 4.0, qualità dell’abitare e del vivere urbano

Nella lettera inviata a inizio anno agli investitori, Laurence D. Fink, chairman e chief executive officer della più grande società di investimento nel mondo, ha tracciato nuovi orizzonti per la finanza globale.
“Il cambiamento climatico è divenuto per le società un fattore determinante da prendere in considerazione nell’elaborare le strategie di lungo periodo – esordisce il ceo di Blackrock. Lo scorso settembre, quando milioni di persone si sono riversate per le strade per richiedere un intervento in merito al cambiamento climatico, molte di loro hanno evidenziato l’impatto significativo e duraturo che questo fenomeno avrà sulla crescita e sulla prosperità economica, un rischio che i mercati fino a oggi sono stati più lenti a recepire. Ma la consapevolezza sta cambiando rapidamente e credo che siamo sull’orlo di una completa trasformazione della finanza”.
I commentatori hanno intravisto in queste considerazioni un senso di responsabilità e un grado di consapevolezza superiori a quelli dei governi: “La finanza è più avanti della politica” ha suggerito il Sole 24 Ore dando notizia in anteprima dei contenuti della lettera. “O almeno – ha aggiunto – di certa politica negazionista”.
Quello che è certo è che un’azione veramente efficace a favore del clima non potrà prescindere da un’alleanza tra pubblico e privato che veda ugualmente impegnati decisori politici, aziende e investitori.
Anche in Trentino, l’economia reale ha dimostrato su questi fronti, negli ultimi anni, un buon grado di maturità. In un tempo relativamente precoce, un gruppo di aziende e professionisti lungimiranti ha posto in essere iniziative massive a favore della sostenibilità, ambientale e sociale, e ha voluto adottare strumenti per la rendicontazione di questi investimenti. Documenti che hanno la forma del bilancio – “sociale”, “di sostenibilità”, “di responsabilità” – attraverso i quali dare conto degli sforzi compiuti e misurare il valore di un’attività che se incide, come è logico, sulla reputazione, non si esaurisce certamente in un’operazione di puro marketing.
Forse anche grazie all’esempio trainante di queste realtà illuminate, numerose altre imprese del territorio hanno inteso l’opportunità di orientare ai temi della responsabilità parte dei propri investimenti, o di inventariare le iniziative spontanee già in atto: buone pratiche a favore dei giovani, delle categorie più deboli, delle associazioni del territorio, dell’efficienza e del minore impatto ambientale e molto altro ancora.
Nel settore edile, che uno studio dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ritiene responsabile del 40% della produzione di rifiuti speciali, un passo avanti in questa direzione viene dal lavoro del Polo Edilizia 4.0.
Polo, perché è un territorio fisico e virtuale all’intersezione degli interessi e delle priorità di soggetti diversi, in rappresentanza di 10mila operatori del comparto: le categorie, con l’Associazione artigiani e piccole imprese della provincia di Trento, l’Associazione trentina dell’edilizia (Ance), Confindustria Trento, la Federazione trentina della cooperazione; gli ordini professionali, con il Collegio dei geometri, l’Ordine dei periti industriali, l’Ordine degli architetti e l’Ordine degli ingegneri; il Consiglio nazionale delle ricerche, il Green Building Council Italia, Habitech-Distretto tecnologico trentino.

NEL SETTORE EDILE, UN PASSO AVANTI VERSO LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE VIENE DAL LAVORO E DALL’IMPEGNO DEL POLO EDILIZIA 4.0

4.0 per dire che si tratta di un campo di lavoro nuovo, che si ispira al modello di evoluzione tecnologica introdotto nell’industria manifattura, anche grazie all’impulso dato nel 2016 dal piano nazionale dell’allora ministro Carlo Calenda.
“Un luogo – spiega il presidente del Polo, Andrea Basso, imprenditore edile, vicepresidente dell’Associazione trentina dell’edilizia e vicepresidente del Collegio dei geometri di Trento – che in poco tempo ha saputo confi gurarsi quale punto di riferimento per lo sviluppo di competenze, dove offrire servizi e fare innovazione per e con le aziende. Il nostro obiettivo è promuovere la ricerca e lo sviluppo di processi innovativi e sostenibili per il settore dell’edilizia in relazione a tutte le fasi del ciclo di vita degli edifici e delle infrastrutture urbane: dalla progettazione alla costruzione, gestione e riuso, con priorità ai temi del comfort, della sicurezza, della digitalizzazione, dell’effi cienza nell’uso delle risorse e con uno specifi co focus sui temi della sostenibilità. Pensiamo, per fare qualche banale
esempio, a cosa comporterebbe l’apporto della Iot, l’Internet delle cose, nella gestione di una gru, o l’impiego della sensoristica nella manutenzione”.

IL POLO PROMUOVE SCAMBI SCIENTIFICI CON ASSOCIAZIONI, ISTITUTI ED ENTI A LIVELLO NAZIONALE E INTERNAZIONALE

A supporto delle aziende e dei professionisti, il Polo mette a disposizione un’infrastruttura costituita da reti tecnologiche evolute, database e software specialistici come il Building Information Modeling, servizi di consulenza economica, fi nanziaria, legale, amministrativa, occasioni di formazione e spazi per riunioni ed eventi, oltre che per il coworking. Grazie alla sinergia con università e centri di ricerca, gli operatori potranno accedere ai laboratori per testare le prestazioni di materiali e sistemi, maturi e innovativi, e per svilupparne di nuovi. Il centro sarà dunque anche un acceleratore di innovazione e di start-up.

Il Polo intende infine promuovere dialoghi e scambi scientifici con altre associazioni, istituti, enti a livello regionale, nazionale e internazionale per favorire l’evoluzione del settore: “Un centro di eccellenza per la ricerca e l’innovazione in edilizia, per un radicale rinnovamento di un settore segnato più di altri dalla crisi che negli ultimi dieci anni ha fortemente ridimensionato imprese e addetti”.
Il valore degli investimenti in costruzioni in provincia di Trento è sceso del 35,6% in pochi anni, passando dai 2.594 milioni di euro nel 2004 ai 1.671 del 2015 (Fonte: Cresme, prezzi costanti 2005). La percentuale di tempo improduttivo della manodopera nell’industria è inferiore al 15%, mentre è superiore al 60% nelle costruzioni edili. Le ragioni della nascita del Polo non risiedono tuttavia soltanto nella volontà di invertire questa rotta. “Certo – continua Basso – crediamo che il Polo possa offrire a un operatore tutto quanto gli occorre per avere un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza di un mercato difficile e tuttora in crisi. Non va tuttavia trascurato il fatto che introdurre nuovi canoni in edilizia significa incidere profondamente sulla qualità della vita del singolo e della comunità. Da una parte si tratta di assicurare alle persone il diritto di abitare in condizioni di piena salubrità. Dall’altra, di favorire la sicurezza e il benessere del consorzio umano che risiede nella scena urbana”. Vengono alla mente i concetti di “bello e ben fatto” propri della narrazione del made in Italy: attribuiti fi no a oggi ai prodotti della manifattura italiana che uniscono bellezza e funzionalità, cultura e tecnologia, meritano a buon titolo di uscire dai con-
fi ni del food&beverage e del fashion.
“In questo senso – aggiunge Basso – il lavoro del Polo ha anche l’effetto di diffondere una nuova cultura dei materiali e delle tecnologie delle costruzioni. Viviamo in un’epoca in cui l’opinione pubblica ha sviluppato una sana curiosità verso i principi di un’alimentazione corretta: le persone si informano più di un tempo e sono disposte a spendere di più per ottenere più qualità. Non si può dire invece che questo processo sia giunto a maturazione nel nostro campo. C’è ancora chi parla di riqualificazione energetica e poi si accontenta di cambiare la caldaia o di mettere un cappotto. Mentre per un intervento strutturale bisogna provvedere a un risanamento statico, che è tutt’altra cosa”.

C’È BISOGNO DI POLITICHE ILLUMINATE, DI PROVVEDIMENTI PER LE AZIENDE VIRTUOSE, DI INCENTIVI PER CHI INVESTE AL MEGLIO

Concepito poco più di un anno fa presso il Progetto manifattura di Rovereto con la firma del protocollo di intesa tra le parti coinvolte, costituitosi in associazione lo scorso mese di ottobre, il Polo Edilizia 4.0 si è messo al lavoro con un primo intervento in Val di Non, che prevedeva il monitoraggio della costruzione di edifici civili sotto il profilo energetico, del comfort abitativo, in generale sul fronte dei requisiti propri dell’edilizia 4.0.
Il progetto è stato presentato per la prima volta a fine gennaio al Klimahouse di Bolzano.
“Nel corso della conferenza – spiega ancora Basso – si è parlato di comfort abitativo in chiave scientifica e dell’innovativo approccio salutogenico utilizzato.
Abbiamo spiegato qual è l’ambito di azione del progetto, quali sono i suoi obiettivi e gli strumenti utilizzati.
Abbiamo scelto un caso pratico per spiegare la capacità di assorbimento dell’umidità dei materiali e la sua correlazione con il comfort. Infine si è presentato il cantiere: un laboratorio a cielo aperto, un progetto unico nel suo genere che ha visto la costruzione di sei abitazioni confrontabili con successive attività di monitoraggio”.
Nuove iniziative sono in fase di sviluppo: dalla mappatura dell’esistente, dunque dei professionisti, delle aziende, dei laboratori attivi sul territorio, ai progetti di più ampio respiro, come le collaborazioni con enti e comuni per la rigenerazione delle seconde case e dei patrimoni gestiti dall’edilizia abitativa agevolata.
Di questi giorni la registrazione del sito www.poloedilizia.tn.it e l’attivazione dei contatti info@localhost e presidente@localhost
“Possiamo fare davvero tanto – conclude il presidente del Polo Edilizia 4.0 – e poiché quel che faremo avrà un importante impatto sulla società e sull’ambiente, siamo convinti che l’alleanza con il pubblico sarà cruciale.
C’è bisogno di politiche illuminate, c’è bisogno di provvedimenti che premino le aziende virtuose, di incentivi per chi investe per costruire meglio”.

BASSO: POLO EDILIZIA 4.0 Un riferimento all’avanguardia per 10mila operatori

BASSO: POLO EDILIZIA 4.0 Un riferimento all’avanguardia per 10mila operatori

Il termine “4.0” non è ancora entrato nel lessico comune. Proprio per questo motivo questa esclusiva intervista con Andrea Basso –Presidente di “Polo edilizia 4.0”– deve necessariamente iniziare facendo chiarezza in merito.
Andrea Basso è il vice-presidente del nostro Collegio provinciale; allo stesso tempo ricopre l’importante carica di presidente del “polo edilizia 4.0” con la propria sede a Rovereto.
Non era un’occasione da lasciare perdere per la nostra rivista “Prospettive geometri”.
Ed allora ci siamo documentati su questa esperienza unica nel suo genere per poi incontrare Andrea Basso e farci spiegare qualcosa rispetto ai suoi obiettivi ed anche ai soggetti coinvolti in rappresentanza di ben 10mila operatori del comparto.

Tra le priorità: l’ambiente

Non sarebbe stato possibile parlare del “polo Edilizia 4.0” senza nemmeno sapere cosa significhi 4.0.
Ebbene, il termine fu coniato nel 2011 in occasione della celeberrima fiera di Hannover.
Con il termine “4.0” si indica la tendenza alla automazione industriale con nuove tecnologie produttive sia per migliorare le condizioni di lavoro, con l’aumento della qualità e produttività degli impianti, sia con nuovi modelli di business.
Si tratta insomma della nuova rivoluzione industriale per mezzo della digitalizzazione.
Adesso che ne conosciamo almeno la definizione, possiamo anche incontrare Andrea Basso, presidente del “Polo edilizia 4.0”, preceduti da una ampia presentazione del periodico “Economia trentina” con il quale si sottolineava il suo obiettivo primario: la qualità dell’abitare e del vivere urbano.

D. Polo edilizia 4.0: da chi è nata questa idea e da quale esigenza?
R. Il Polo è nato dalla volontà, espressa da tutte le Istituzioni che in Trentino si occupano di edilizia, di collaborare insieme per innovare e rilanciare un mercato da troppo tempo stagnante. In poco meno di due anni di lavoro gli undici firmatari –che rappresentano complessivamente più di diecimila operatori tra professionisti e aziende– hanno creato un’Associazione, riconosciuta a livello provinciale, con lo scopo di promuovere la ricerca e lo sviluppo di processi innovativi e sostenibili per il settore dell’edilizia, articolato in tutte le fasi di vita degli edifici (concezione, programmazione, realizzazione, decostruzione).

D. Se, come riferisce l’articolo appena citato di “Economia trentina”, Polo edilizia 4.0 interessa ben 10.000 operatori, come può avvenire questo “coinvolgimento”?
Si tratta di ricerche e studi che si traducono in consulenze e collaborazioni? 

R. Il Polo Edilizia 4.0 è una associazione riconosciuta a livello provinciale costituita ad Ottobre 2019 dai seguenti soggetti: Associazione Artigiani Trento, CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Collegio dei Geometri della Provincia di Trento, Green Building Council Italia, Ordine dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati della Provincia di Trento, Confindustria Trento, Habitech –Distretto Tecnologico Trentino S.c. a r.l., Federazione della Cooperative Trento, ATE– ANCE Trento, Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Trento, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento.
Nasce dall’idea di creare un punto di riferimento per lo sviluppo di competenze, un luogo dove fare innovazione in modo condiviso. Il Polo deve essere una fucina di idee che faccia della collaborazione l’ingrediente principale: per questo abbiamo già sviluppato dei Tavoli specifici in cui partecipano membri di tutte le associazioni con l’obiettivo di elevare la qualità e le proposte dell’edilizia sul territorio trentino. 
Accanto a questi tavoli c’è anche l’attività del Comitato Tecnico-Scientifico, composto da membri di enti di ricerca, società innovative e università che danno un contributo di eccellenza a questi lavori condivisi.

D. Per il Polo 4.0 è prioritario l’obiettivo di sostenere l’edilizia in questo momento di grande difficoltà, oppure è piuttosto una convergenza di studi e ricerche per avviare la impellente svolta verso la sostenibilità ambientale?
R. Il nostro obiettivo è promuovere la ricerca e lo sviluppo di processi innovativi e sostenibili per il settore dell’edilizia in relazione a tutte le fasi del ciclo di vita degli edifici e delle infrastrutture urbane: dalla progettazione alla costruzione fino alla gestione dell’edificio.
Il nostro campo ha un’innovazione molto lenta: a noi il compito di cercare di accelerare una transizione verso un’Edilizia 4.0 che faccia della digitalizzazione, della sostenibilità e dell’efficienza le sue vie di sviluppo. 
La sfida che il Polo ha scelto è quella di sviluppare progetti: per lavorare e lavorare meglio, per riqualificare in modo sostenibile, per mappare territorio, risorse e opportunità, per dimostrare che il Trentino ha tanto da dire quando si deve costruire in qualità.

D. Secondo te, in termini pratici l’edilizia “sostenibile” quanto può incidere nell’obiettivo di uno sviluppo sostenibile?
R. Se si pensa che gli edifici sono ancora oggi responsabili di circa il 30% degli usi finali dell’energia a livello mondiale del 39% delle emissioni di CO2 legate all’energia, anche un piccolo miglioramento percentuale può essere importante. Quello che preoccupa non sono però i risparmi mancati, ma il profondo gap che separa il tasso di crescita del settore da quello dell’efficienza. Negli ultimi 10 anni il Pianeta ha aggiunto circa 60 miliardi di metri quadrati di nuova superficie cementificata. La corsa al “nuovo” ha molto spesso oscurato o eclissato l’efficienza. La sostenibilità è l’ingrediente principale per uscire da questo impasse creatosi negli ultimi anni.

D. Siamo tutti angosciati dai report sulla massiccia presenza di plastica nei mari del pianeta. Le ricerche del Polo 4.0 potrebbero segnare una svolta nel processo di disinquinamento dei mari e del pianeta, visto che l’edilizia ne impiega in grandi quantità?
R.
 Il settore dell’edilizia e delle costruzioni europeo consuma circa 10 milioni di tonnellate di materie plastiche all’anno (il 20% del consumo totale di materie plastiche in Europa), cosa che lo rende la seconda applicazione più grande per le materie plastiche dopo gli imballaggi. È assolutamente necessario prendere dei provvedimenti in tal senso, ma il problema è più ampio e deve essere affrontato a 360 gradi: non è solo la plastica, ma si tratta di tutti i prodotti e di tutti i rifiuti che vengono creati dal nostro settore. 
Finalmente nel mondo dell’edilizia si inizia a parlare di economia circolare. 
Secondo la definizione della Ellen Mac Arthur Foundation economia circolare «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera». 
Molte delle iniziative relative all’economia circolare in edilizia partono da iniziative di singoli e per la loro frammentarietà non riescono a essere solide e credibili. Occorre quindi una forte spinta pubblica in questo senso che definisca delle regole comuni, a livello europeo ma soprattutto a livello nazionale (con un efficace recepimento delle linee di azione europee), e che dia supporto allo sviluppo di piani d’azione condivisi. 

D. Fino a che punto una iniziativa “rivoluzionaria” come il Polo edilizia può migliorare la qualità di vita nel pianeta, se gli Stati e le collettività non cambiano lo stile di vita?
R. Quando ero bambino ricordo l’arrivo del 1 contenitore per il recupero delle bottiglie di vetro…ero piccolo ma ricordo le persone che dicevano che era solo una goccia in mezzo ad un mare ed era una perdita di tempo… non era così vedi ora quanto si ricicla!
Ognuno nel suo piccolo può migliorare il ns modo di fare, piccole azioni che migliorano la vita del pianeta e dei ns figli…il Polo Edilizia 4.0 oltre alla idea di innovare nel industrializzazione dei processi produttivi del Edilizia, porta in alto il pensiero della sostenibilità che non è un idea commerciale ma in modo di fare con rispetto nel ambiente e soprattutto nel uomo.
Ecco che nasce idea di confort abitativo con rispetto della persona…

D. Ci puoi spiegare come una azienda, oppure un privato cittadino possano accedere ai “servizi” del Polo 4.0?
R. Le associazioni che formano il Polo Edilizia 4.0 rappresentano circa 11 mila addetti del settore edile in Trentino. Ogni singolo attore della filiera può contribuire a costruire e sviluppare il Polo Edilizia 4.0 proponendo idee, facendo sentire le sue proposte o proponendo nuovi Tavoli che abbiano un interesse trasversale ed una ricaduta sul Trentino e sul suo territorio. 
Sito: www.poloedilizia.tn.it, contatti: info@localhost, telefono 0464-443450, indirizzo piazza Manifattura n° 1 – 38068 Rovereto.

D. Una forte accelerazione verso il risparmio energetico viene data –ora– dal Superbonus, cioè il beneficio al 110% sui costi dei lavori di efficientamento energetico.
Il cittadino, senza il supporto di uno o più professionisti, rischia di “perdersi” nei meandri delle procedure e della burocrazia.
In questa direzione, ritieni che il Polo 4.0 possa dare un contributo al cittadino oppure ad un professionista?

R. Il Polo Edilizia 4.0 non vuole sostituire nessuno né ordini né collegi né associazioni di categorie…vuole solo fare un passo avanti verso la rete tra tecnici imprese e utente finale.
Siamo a disposizione del comparto edile, per innovare e spostare l’asticella ad un’altezza tale da vedere l’orizzonte…verso il futuro e oltre.
Il 110 è un metodo di rilancio che può far ripartire il comparto, non vuol dire fare i lavori gratis…ma deve essere affrontato con serietà da tutti allora si vedranno i frutti…

Visita del Polo Edilizia al cantiere innovativo del progetto di Covi Costruzioni.

Visita del Polo Edilizia al cantiere innovativo del progetto di Covi Costruzioni.

L’incontro è stata una vera e propria occasione per i professionisti per toccare con mano l’innovazione applicata al cantiere.

Il 14 luglio 2020 i componenti del Tavolo Dhomo istituito all’interno del Polo Edilizia 4.0 si sono ritrovati a Segno, in val di Non, per una visita al cantiere innovativo del progetto sviluppato da Covi Costruzioni. L’incontro è stata una vera e propria occasione per i professionisti per toccare con mano l’innovazione applicata al cantiere e per porre tutte le domande, insieme a nuovi spunti, agli attori principali del Progetto.All’appuntamento ha presenziato anche il Prof. Rossano Albatici che ha presentato il progetto e raccontato gli sviluppi del cantiere e della ricerca scientifica svolta insieme ad alcuni ricercatori della facoltà di Ingegneria dell’Università di Trento.

Il prossimo appuntamento del Tavolo Dhomo sarà nel mese di settembre. Nel frattempo, per maggiori informazioni sul progetto e sugli sviluppi in corso prego visionare il sito  https://www.dhomo.it/


Interventi post COVID-19. Lettera del Polo Edilizia 4.0 alla Provincia Autonoma di Trento

Interventi post COVID-19. Lettera del Polo Edilizia 4.0 alla Provincia Autonoma di Trento

Riportiamo in seguito il testo della lettera che il Presidente Andrea Basso, a nome dell’Associazione Polo Edilizia 4.0, ha indirizzato alla Provincia Autonoma di Trento, sul tema degli interventi post COVID-19.

Rovereto, 27 aprile 2020

In questo momento di difficoltà e preoccupazione, esprimiamo in premessa profondo rispetto e vicinanza a tutte le persone che sono state direttamente coinvolte dal contagio del virus COVID-19 e ci uniamo ai ringraziamenti alle persone coinvolte nel sistema sanitario, che si è trovato ad affrontare un’emergenza imprevista e di proporzioni devastanti, oltre che a tutti i comparti dei volontari che hanno offerto il loro contributo.
Nella convinzione che “tutto andrà bene” dobbiamo guardare avanti!
L’intero mondo produttivo, le imprese, tutte le attività artigianali e commerciali, nonché i professionisti inevitabilmente risentiranno di un forte contraccolpo, se non addirittura di sospensioni o cessazione delle attività.
Per quanto riguarda il mondo delle costruzioni, basti pensare, a solo titolo di esempio, agli investimenti in ristrutturazione/manutenzioni legati al turismo, che sono stati cautelativamente sospesi o rimandati a data da destinarsi. Ma non solo. La situazione economica post COVID-19 porterà conseguenze economiche pesanti in tutti i reparti produttivi che riusciranno a sopravvivere a questo difficile momento storico.
Proprio per questo, pur nell’emergenza sanitaria in atto, dobbiamo seriamente riflettere sulla prospettiva di uno scenario futuro molto complicato e, con la volontà di tutti, dobbiamo cercare di mitigarla, intraprendendo tutte le azioni necessarie, sia pubbliche che private, volte ad evitare ulteriori sospensioni o lungaggini burocratiche che non siano strettamente necessarie.
Non possiamo pensare che, una volta finita l’emergenza, gli investimenti e gli interventi subiscano ulteriori sospensioni legate ad aspetti burocratici o ad autorizzazioni che devono essere ancora richieste o deliberate. Riteniamo invece che sia necessario sin da subito mettere in campo tutte le azioni che consentiranno di riprendere le attività e gli investimenti non appena possibile.
A tale proposito, alcune proposte che fin da subito potrebbero essere messe in campo, in particolare riferimento al comparto dell’edilizia sono:

Accelerare la valutazione ed approvazione di tutte le pratiche inerenti i titoli abilitativi (quali permessi di costruire, scia, etc.) e, più in generale, tutto ciò che dipenda da atti autorizzativi PAT o Comunali o di Comunità, favorendo commissioni tecniche, commissioni edilizie o urbanistiche ecc tramite lo strumento della videoconferenza o smart working o altri strumenti finalizzati a tale scopo;

Approvare immediatamente i piani regolatori o le varianti agli stessi, dando priorità a quelli che contemplano piani di sviluppo o potenziali investimenti;

Favorire le gare telematiche in corso, volte a consentire l’appalto di tutte le opere in avvio garantendo così la immediata cantierabilità delle opere.
Quelli sopra indicati sono solo alcuni dei principali interventi che devono essere sin da subito messi in campo per promuovere una parziale ripresa e favorire l’inizio della auspicata “fase 2”.

Certi dell’attenzione che vorrete prestare alla presente, l’occasione è gradita per porgere cordiali saluti.

Il Presidente
Andrea Basso


PROGETTO DHOMO: SCIENZA E COMFORT DELL’ABITARE

PROGETTO DHOMO: SCIENZA E COMFORT DELL’ABITARE

“Comfort abitativo” è una definizione che viene spesso utilizzata impropriamente, ad essa però sono legati una serie di parametri fondamentali alla preservazione della nostra salute e al miglioramento del nostro benessere psicofisico: occorre perciò fare chiarezza e definire scientificamente un metodo di “misura” una procedura ripetibile che permetta di progettare e costruire edifici che siano, non solo sostenibili, ma veri e propri garanti di benessere. Nasce con questo obiettivo Dhomo, un progetto di ricerca che vede protagonisti personalità di spicco della ricerca scientifica, della progettazione e dell’edilizia trentina. Promotori e coordinatori dell’importante progetto una famiglia che da anni lavora per sostenere e creare solide collaborazioni con le imprese del territorio: Covi Costruzioni, nello specifico Matteo e Roberto Covi, che fin dall’inizio hanno creduto nell’ambizioso obiettivo tanto da investire in prima persona,
fornendo terreno, esperienza e competenze specifiche alla realizzazion dell’imponent cantiere già in corso d’opera.
Per conoscere dettagli e protagonisti di questa nuova sfida dell’edilizia sostenibile un’affollata platea di operatori e professionisti del settore ha partecipato all’evento organizzato il ventitré gennaio scorso durante la fiera Klimahouse di Bolzano; durante l’evento sono intervenuti Andrea Basso, Pres. Polo Edilizia 4.0, il Prof. Rossano Albatici, docente universitario e responsabile scientifico progetto DHOMO, l’Ing. Stefano Zanon, ricercatore UniTN presso il progetto DHOMO, l’ing. Roberto Covi, ricercatore DHOMO e AD Miniera San Romedio e l’Arch. Mauro Marinelli, ricercatore DHOMO e progettista architettonico.
Nato sullo sfondo di un acceso dibattito che ha ben presto messo al centro il benessere psicofisico ed il comfort di chi gli edifici li abita, Dhomo è il frutto di un intenso tavolo di lavoro che ha visto protagonisti i più importanti enti e associazioni in merito all’edilizia del futuro: Habitec, Lance ma anche il Polo edilizia 4.0.

LA RICERCA

“Quando parliamo di comfort abitativo – afferma Albatici, responsabile scientifico del progetto – è importante prendere coscienza della diversa natura dei parametri da monitorare: da una parte ci sono infatti parametri fisiologici, riconducibili a quattro aree principali che sono l’aspetto igrometrico, visivo, acustico e della qualità dell’aria, dall’altra ci sono parametri legati ad un aspetto qualitativo, come ad esempio la vista verso l’esterno. Mentre i primi possono essere misurati grazie all’utilizzo di sonde che ci permettono di monitorare i livelli d’umidità, la temperatura, i decibel, la presenza o meno di V.O.C, gli altri possono essere valutati e interpretati attraverso l’utilizzo di sondaggi rivolti a chi abita l’edificio con lo scopo di comprendere l’influenza che ad esempio il panorama o la luce naturale stessa hanno sul benessere psicofisico della persona.
Per definire la totalità dei parametri che stanno alla base del nostro comfort abitativo, progetto Dhomo prende in considerazione entrambi gli aspetti. I quattro edifici protagonisti del progetto di ricerca sono stati perciò realizzati con la stessa pianta e la stessa superficie garantendo lo stesso rapporto con il suolo in modo da essere confrontabili tra loro. Sarà quindi possibile comparare tra di loro i due edifici in legno caratterizzati da sistemi impiantistici e meccanici diversi così come i due in laterizio. Allo stesso modo sarà possibile comparare la struttura in legno con impianto domotico con la struttura in laterizio con lo stesso impianto.

Tali comparazioni permetteranno di capire come cambia il comfort per chi abita l’edificio in legno dove è la domotica a gestire temperatura, ricambio d’aria e umidità rispetto a quando, chi abita l’edificio in legno, gestisce in prima persona le stesse funzioni. Le rilevazioni dei vari dati verranno raccolte durante il primo anno in cui gli edifici resteranno disabitati, simulando carichi termici diversi, temperature diverse, etc, e l’anno successivo con l’entrata dei residenti dove il fattore umano sarà la variabile più importante data la capacità di modificare le condizioni dell’abitacolo in base alle singole esigenze.
Per le misure verranno utilizzate due tipi di sonde appositamente sviluppate dal prof. Albatici e dal suo team di ricerca: una per la misura di temperatura e umidità interstiziale che verrà posta tra i materiali che compongono le pareti; l’altra sarà una sonda inserita all’interno di una capsula, parzialmente permeabile all’aria che verrà posizionata laddove ci sono cambi di materiali, come tra isolante e laterizio, e andrà a rilevare i valori di umidità. In un quinto edificio, che non sarà comparato agli altri perché di forma e posizione diversa, e totalmente realizzato in calce, le sonde verranno inserite direttamente all’interno del basamento in calce. Un sistema di rilevazioni a distanza per niente invasivo che permetterà una raccolta dati unica al mondo e che andrà a porre le basi per una nuova edilizia che mette al centro il benessere psicofisico dell’uomo.

IL CANTIERE

Questo straordinario laboratorio a cielo aperto prevede la realizzazione di un vero e proprio borgo alpino, un’area completamente pedonabile e immersa nel verde, dove le macchine non trovano posto in superficie ma rimangono nel sottosuolo liberando spazi comuni di incontro e comunicazione tra edifici e residenti.
Autore del progetto è l’architetto Mauro Marinelli, originario della Val di Non e laureato al Politecnico di Milano dove ha svolto un dottorato di ricerca incentrato proprio sul paesaggio alpino e sulle modalità di costruzione nel suo territorio d’origine. A lui è stata commissionata la realizzazione di quattro edifici di forma e posizione compatibile per consentirne il confronto dei vari parametri. Partendo da un’importante riflessione legata al territorio dove una piacevole area verde posizionata nei pressi del
centro urbano è caratterizzata dalla vicinanza delle Dolomiti del Brenta si è cercato di capire come il principio di disposizione degli edifici avrebbe potuto gestire questa scala di volumi molto diversa: tra l’immensità della montagna e i piccoli dettagli della campagna circostante. Per far fronte a questa prima sfida il progetto parte da una sorta di terrazzamento dal quale emergono i volumi delle case. Viene ricreata l’immagine di comunità, di un nucleo denso dove permane però l’autonomia delle singole abitazioni con ingressi autonomi, pur condividendo spazi collettivi. Gli edifici sono posizionati vicini per liberare lo spazio tutt’attorno. Fondamentale lo studio minuzioso degli spazi aperti.
Qui il concetto di comfort abitativo parte da aspetti qualitativi e sensoriali come il rapporto tra gli spazi e la piacevolezza di un panorama unico. Gli edifici sono caratterizzati da una pianta pulita e ampia con una scala centrale attorno alla quale ruotano tutti gli spazi. I due fronti principali si aprono al paesaggio attraverso ampie vetrate che permettono di mantenere un costante rapporto con l’esterno. Dalla scala centrale si accede al piano superiore che porta alle camere. La scelta dei materiali vede una predominanza di quelli naturali e legati al territorio, dal legno utilizzato per la struttura portante di due dei quattro edifici, alla particolare calce idraulica naturale, un legante esclusivo che rispetta le caratteristiche dell’edilizia antica e naturale realizzata con la materia prima estratta dalle vicine Miniere San Romedio. Accanto ai quattro edifici ne sorgerà poi un quinto, orientato diversamente e perciò non confrontabile con gli altri, dove verranno osservati comportamenti e fenomeni differenti, che andranno a verificare parametri aggiuntivi ma sempre con l’obiettivo di identificare condizioni replicabili nel raggiungimento del comfort abitativo di chi l’abiterà. Lo stesso accadrà per il sesto edificio, anch’esso non confrontabile poiché realizzato con l’utilizzo esclusivo di calce idraulica naturale.
Il progetto di ricerca nasce come una proposta di filiera, con Covi Costruzioni capofila e più di quindici aziende artigiane del territorio unite per realizzare edifici di qualità con nuovi standard di comfort mettendo a disposizione del progetto le proprie competenze fin dalle fasi di progettazione preliminare. Una partnership di valore che ha richiamato anche l’importante investimento stanziato dalla provincia di Trento a sostegno di progetto Dhomo.


Test sul comfort abitativo tra i meleti di Segno

Test sul comfort abitativo tra i meleti di Segno

Il progetto di ricerca. Lo scopo di Dhomo, presentato dall’azienda Covi Costruzioni di Predaia, è studiare la risposta dei vari materiali e tecniche alle condizioni ambientali e all’usura

Una nuova sfida per l’edilizia coniugando scienza ed architettura per il comfort abitativo. Questo è Dhomo, progetto di ricerca sul comfort abitativo della storica azienda Covi Costruzioni srl di Predaia e di altri quindici partner della filiera costruttiva trentina.

Il progetto è stato presentato giovedì scorso alla Miniera San Romedio con intervento di Matteo Covi, direttore tecnico di Dhomo, e di Andrea Basso, già vicepresidente dell’Ance (Associazione trentina dell’edilizia) e presidente del Polo Edilizia 4.0 dedicato all’innovazione ecosostenibile e al sostegno delle attività di ricerca in provincia di Trento con un protocollo che vuole favorire lo sviluppo e il progresso di tutta la filiera trentina delle costruzioni. Ricercatori, progettisti, tecnici ed esperti del mondo dell’edilizia per coniugare scienza e architettura, hanno realizzato un laboratorio a cielo aperto in uno scenario mozzafiato compreso tra i meleti di Segno e le Dolomiti del Brenta. La parte scientifica del progetto è stata coordinata dal dottor Rossano Albatici, docente di Ricerca in Ingegneria a Trento, mentre la parte architettonica dall’architetto Mauro Marinelli del Politecnico di Milano.

Quindici le aziende coinvolte nella fase esecutiva, decine i professionisti che per vocazione si interrogano sui parametri e le condizioni che determinano il benessere abitativo, una famiglia di costruttori (l’impresa Covi, di Predaia) da sempre impegnata nella promozione e nello sviluppo di solide collaborazioni con l’edilizia trentina nel rispetto dell’ambiente, del paesaggio e del benessere di chi lo abita. Il cantiere, già avviato, prevede la costruzione di quattro edifici realizzati con materiali e tecniche costruttive diverse, due in mattone, due in legno, con identica esposizione solare, identica superficie e identici muri portanti dove verranno monitorati nel tempo parametri quantitativi come l’umidità, la luminosità, la qualità dell’aria e la temperatura e parametri fisiologici e adattativi legati al vivere quotidiano delle persone all’interno delle abitazioni.

Il progetto Dhomo è realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento e punta, attraverso un esteso sistema di monitoraggio e una modellazione numerica avanzata, a dare una misura e una valutazione al comfort abitativo. E lo fa siglando un accordo di intesa con un’associazione che, nata il 1 ottobre 2019, conta già numeri importanti: 11 enti, 10.000 soggetti tra aziende e professionisti, 10 progetti avviati all’insegna della sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’eccezionale monitoraggio metterà a disposizione del Polo Edilizia 4.0 e dei suoi associati tutti i risultati delle ricerche, dati, best practices, metodologie, percorsi formativi e pratiche legate al comfort abitativo attraverso un tavolo di lavoro che resterà attivo fino al novembre 2021 e che avrà l’obiettivo di redigere delle linee guida sul comfort a vantaggio di tutta la filiera delle costruzioni.